James Senese allo studio di RicPic

11 Maggio 2018

Il 25 maggio uscirà “Aspettanno o Tiempo” di Napoli Centrale, un doppio bellissimo album con registrazioni live effettuate negli ultimi mesi.

Sono 50 anni che James suona e incide, e per la prima volta Napoli Centrale ha un live. Ho avuto la fortuna di essere presente ai concerti che sono stati registrati ed è assolutamente incredibile la facilità con cui questi musicisti suonano. L’intesa è perfetta, James è un leader preciso e generoso, sa che il motore è rodatissimo e lascia spazio a tutti. I brani sono viscerali, c’è trasporto, ci sono le radici del jazz e della musica mediterranea e c’è tanto cuore. La tecnica non fa invidia a nessuno, nemmeno a quei combo americani (per citarne uno la Chick Corea Electric Band) che devono gran parte del loro successo proprio alla tecnica.

Io, da qualche tempo, fotografo James e le mie foto lo rappresentano.

E’ così anche per questo nuovo disco e, come spesso succede, nei momenti prima della promozione, c’è una nuova sessione fotografica da fare. Così James viene allo studio laboratorio dove lo aspetto insieme allo scultore Giuseppe Canone che realizzerà un suo busto.

E’ un James in forma quello che è venuto a trovarmi, disponibile, saggio e come al solito di poche parole ma pesate. E’ venuto da solo, col taxi e con lo strumento.

E’ un uomo di altri tempi, serio e spiritoso, perdutamente innamorato di quello che fa e rispettoso degli altri, in questo caso di me. Le foto le vuole classiche, e credo che sia giusto così; anzi sono proprio d’accordo con lui, in fin dei conti io e James ci conosciamo ormai da qualche anno e ho imparato a conoscerlo bene. Lui è così come lo vedete, è uno dritto, capisci che difficilmente lo puoi ingannare e che è quasi impossibile fargli cambiare opinione. Non recita nessuna parte. Per lui contano la famiglia e la musica, il resto è secondario. E’ un uomo d’altri tempi, di solidi principi.

Comunque si fida di me, le foto che fino ad oggi gli ho scattato gli piacciono molto e quindi in linea di massima accetta i miei suggerimenti.

Scattiamo in pose semplici per iniziare, senza lo strumento. Mi piace lo sfondo rosso, ben contrasta con l’incarnato e con il nero della sua camicia. Decido di lasciarlo per tutta la seduta. In fin dei conti ho un gran numero di foto di James e questo rosso non l’abbiamo mai usato. Anche a lui piace.

Poi gli chiedo di prendere lo strumento per alcune foto col sax.

James lo strumento lo tratta con una cura maniacale, tanto che ci tiene molto ad imbracciarlo così come si deve fare, senza darmi alcuna possibilità di farglielo tenere in pose che avrebbero un maggiore impatto fotografico. Gli domando: “James, metti una mano qui, sul collo subito sotto all’imboccatura” Lui mi risponde come se fossimo ad una lezione di sax: “non si tiene la mano lì, quella è anche una zona delicata…così mi fai una foto come non deve essere” e così comincia a suonare.

Lo incuriosisce il soffitto a volta dello studio, credo volesse capire che acustica c’è.

Finisce la sessione, riguardiamo gli scatti e ci prendiamo un caffè. Siamo soddisfatti.

Chiedo a James se posso fargli un’intervista e si presta di nuovo.

Intervista

James, 50 anni di Napoli Centrale, 50 anni dalla nascita del Neapolitan power. Mi parli di questo “Aspettanno o’ tiempo”, il nuovo disco?

Dopo tanti anni abbiamo scelto una parte del meglio del repertorio di Napoli Centrale. Abbiamo scelto una ventina di brani live e in più abbiamo inserito due nuovi brani in studio inediti e un terzo brano magnifico brasiliano (Manha do Carnaval) con tanto di testo tradotto da me in napoletano (Dint’ O’ Core). Tra i due inediti in studio c’è un brano che mi ha regalato Edoardo Bennato che si chiama “Ll’America”.

La formazione del disco è la stessa di “Nero a Metà” di Pino Daniele, correggimi se sbaglio.

La formazione è sempre e comunque quella di Napoli Centrale, tutti i musicisti erano sì nel disco di Pino, ma fanno parte di Napoli Centrale. Sono 25 anni che Gigi De Rienzo, Ernesto Vitolo e Agostino Marangolo sono con Napoli Centrale e sono 30 anni che eravamo tutti con Pino.

Vi ho seguito più volte dal vivo: suonate ancora con una freschezza incredibile e l’intesa è pressoché perfetta. Tra di voi basta uno sguardo, un cenno, una parola.

Ma guarda, il gruppo è come una famiglia. La mia fortuna è essere un musicista a 360 gradi, non so se riesco a spiegarmi. I miei musicisti ritrovano i loro sentimenti, quelli più veri. La mia contentezza è proprio questa, vedere musicisti così quotati che non vogliono più uscire da Napoli Centrale; qui si realizzano, qui riescono appunto ad essere loro stessi. Suonare è come stare in famiglia: è un tutt’uno, non è solamente James, è Napoli Centrale.

Quanto spazio lasciate all’improvvisazione durante un vs. concerto?

Beh, diciamo che sono uno molto esigente. Dipende dal musicista, se vedo che un musicista è pronto per andare, allora io lo faccio andare. In Napoli Centrale c’è molto spazio per la libertà, infatti noi scegliamo i brani più adatti, quelli che hanno un’apertura maggiore. L’80% è musica strumentale però sempre ancorata in quella che è la nostra cultura musicale mediterranea, questa è la fortuna di Napoli Centrale.

In “Ngazzate Nire”, brano più vecchio e che apre questo Aspettanno o’ Tiempo, usi una frase che cito testualmente: … i toscani giovanotti che saranno anche brava gente ma fanno musica fetente”. Poi ti ritrovo ospite di Jovanotti al suo concerto, sei cambiato tu o lui?

E’ cambiato lui, e questo mi ha fatto molto piacere. Adesso questo testo qui trovo molta difficoltà a cantarlo, però lo devo dire perché era un mio pensiero di allora, molto preciso e non posso cambiarlo. Ma lui lo sa benissimo, perché lui allora faceva altra musica, diciamoci la verità. Adesso è diverso, è molto più maturo, insomma un’altra cosa.

Tu hai creato il “Neapolitan power” che ha avuto tantissime derivazioni: tu sei le radici a Napoli, come altri grandi musicisti lo sono in altri generi e in altri luoghi.

Eh, ma bisogna che gli altri lo capiscano definitivamente.

Proprio qualche giorno fa ho letto il termine “NuPolitan Sound” che è attribuito a Liberato e alla nuova scena rap e trap napoletana. Che ne pensi di questi ragazzi?

Io non devo pensarci. Ti dico la verità, a me viene da ridere, perché non è Napoli questa, perché non fanno parte della nostra cultura meridionale. Poi mi fa ridere il fatto che loro cercano una verità, ma la verità noi l’abbiamo già detta e continuiamo a dirla. Loro non fanno nulla di nuovo, è il sistema che funziona così: sono giovani che non sanno dove andare e quando trovano qualcosa che fa audience, si riuniscono dando importanza a qualcosa che in realtà non ne ha.

Tornando alle tue origini, chi sono i tuoi musicisti preferiti, quali le tue influenze, immagino ce ne siano molte anche nel jazz classico?

Sono quei musicisti che dovrebbero avere influenzato tutto il mondo e gli addetti ai lavori lo sanno. Parlo di Miles Davis, di John Coltrane, di Sonny Rollins, di Coleman Hawkins, musicisti che da sessanta anni appunto continuano ad essere il punto di riferimento per i musicisti di tutto il mondo.

Quanto suoni ogni giorno?

24 ore su 24, è più forte di me, adesso stiamo parlando ma io sto pensando alla musica, sto pensando a quando rientrerò a casa, nel mio studio a cercare qualcosa. Io cerco sempre, non mi sono mai fermato. Ecco questa forse è la mia fortuna, non ho mai smesso di cercare. Da quando poi ho scoperto la composizione, ho scoperto un mondo che sinceramente non mi aspettavo di trovare.

Se non avessi fatto il musicista, oggi saresti?

Mi piace molto la scienza, mi sarebbe piaciuto molto fare qualcosa dove si esplora. Ecco esplorare. Può darsi che avrei fatto l’astronauta o anche il pittore, insomma avrei scelto qualcosa comunque di non comune, qualche mestiere che nessuno va a cercare.

Riccardo Piccirillo e James Senese (ph. Riccardo Alfano)

Non ho timore a dire che James Senese è motivo di orgoglio per Napoli. Che la sua musica è immortale e che è un uomo che tutti, ma proprio tutti, rispettano, senza invidie e gelosie. James è un monumento e ha ancora molto da dare e così come un giorno di più di 30 anni fa un giovane Pino Daniele andò a citofonargli chiedendogli di suonare nei Napoli Centrale, ancora oggi sono in tanti i ragazzi che vorrebbero conoscere quale sia il suo citofono, e meno male!

Napoli, 9 maggio 2018

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I commenti degli utenti

Giovanna

Scritto il 10 Dicembre 2018, 16:53:29

Buonasera Riccardo, Interessante davvero. Non sapevo che fosse anche scrittore oltre ad essere fotografo. Ho letto anche le altre storie. Davvero belle. Spero di leggerne ancora. Cordiali saluti Giovanna

Paolo

Scritto il 04 Settembre 2018, 09:55:50

Ciao seguo il tuo lavoro da anni. Mi piacciono le cose che scrivi. Continua così ciao

luciano esposito

Scritto il 28 Maggio 2018, 14:59:47

VOI DUE SIETE L'ORGOGLIO DI NAPOLI!