Nick Drake

Nick Drake
E’ sera tardi, non è il caso di tenere il volume alto dello stereo e così scelgo di mettere le cuffie e sul piatto del giradischi i tre lp della splendida raccolta Fruit Tree della Island del 1979 con tutte le canzoni che Nick Drake ha composto e ha potuto farci conoscere.
E allora mi viene voglia di parlarvi proprio di Nick Drake.
Nick Drake è nato nel 1948 ed è morto nel 1974, per pochi mesi non è riuscito ad entrare nel “Club dei 27” (Jimi Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain, Jim Morrison, Amy Winehouse…) e non è così popolare. In effetti non può essere ricordato nemmeno facendo questa ricerca.
In vita non ebbe successo, proprio per nulla e quando i genitori preoccupati notarono la sua progressiva depressione, si rivolsero ad un bravo psichiatra che gli prescrisse delle pillole. Furono proprio le pillole ad ucciderlo. Una notte del novembre del 1974 Nick ne prese troppe e non si alzò mai dal letto. Errore o scelta consapevole? Io dico errore, perché Nick si era ridotto in uno stato tale di depressione da non poter nemmeno capire le conseguenze di assumere così tante pillole, sono convinto che lo fece per stare meglio e non per farla finita.
Ma vediamo chi era Nick Drake.
Nick nasce in una famiglia agiata, colta e ricca, vive nella campagna inglese, a scuola da bambino va fortissimo e riesce in tutto quello che fa, dallo sport allo studio e naturalmente nella musica. E’ però un introverso, un taciturno, Nick parlava davvero poco. Ecco che da adolescente comincia a stargli stretto il suo mondo e passa la stragrande maggioranza del suo tempo chiuso nella sua camera a comporre con la chitarra e a fumare canne, quasi sempre in solitudine. Riesce ad andare avanti al college sempre col minimo dei voti e facendo il minimo sforzo, fin quando non arriva la grande occasione, il colpo di fortuna. Viene scoperto da Joe Boyd, uno che di talenti se ne intendeva e che da lì a poco avrebbe venduto la sua casa di produzione insieme al contratto di Drake alla Island Records. Boyd ha contribuito alla crescita dei Pink Floyd, per dirne una.
Joe Boyd vede in Nick Drake un potenziale enorme e punta moltissimo su di lui. Siamo nel 1969, Nick era diventato un mostro con la chitarra acustica e le sue canzoni erano magnifiche. Esce il primo disco di Nick, “Five leaves left” ed è un capolavoro. Boyd è sicuro che il disco avrà un enorme successo e prepara il tour e la promozione. Purtroppo il disco vendette pochissimo, e il tour fu un fallimento totale, venne annullato dopo alcune date. Purtroppo Nick suonava come va di moda oggi, solo che siamo nel 1969 dove la gente che andava ai concerti voleva vedere uno show, voleva divertirsi e sfogarsi, invece Nick si chinava sulla sua chitarra, non guardava nessuno in faccia, e in solitudine cantava di paesaggi astratti, di natura, di crisi esistenziali, di risposte da trovare e di strani personaggi a cui consegnare le proprie paure, come l’uomo del fiume (River Man). Se Nick si comportava così in concerto, figuriamoci poi con le interviste che disastro.
Il tour fu annullato, il giovane Nick ebbe la controprova di essere incompreso e il suo magnifico “Five leaves left” divenne un disco dal titolo profetico. Mancano cinque cartine (era la scritta che compariva sul pacchetto quando appunto erano rimaste le ultime cinque cartine) e a Nick da quel disco sarebbero rimasti solo 5 anni di vita. Nick aveva 21 anni ed era un genio incompreso, protetto dalla sua famiglia e anche dal suo produttore.
Il produttore però non si arrese, non riusciva a capacitarsi del perché un così bravo musicista non abbia il successo che merita e così ci riprovò, ancora più in grande. “Bryter Layter” il secondo disco del 1970, questa volta con più strumenti e con arrangiamenti ancora più curati. Stessa storia, un insuccesso commerciale clamoroso. Fu allora che Boyd abbandonò Nick, lo abbandonò a 23 anni. Nick era troppo avanti, troppo maturo per la sua epoca, troppo lontano da quello che la gente voleva.
Insomma, un genio, ma terribilmente chiuso in sé e con una visione del mondo tutta sua. Nick non ha una seconda pelle, non sa mentire è così come lo ascoltate, non ha proprio nulla della rockstar, anzi! E’ un bravo ragazzo, talentuoso, che ha paura di non valere e che è morto in casa dei genitori, lui da casa di mamma e papà non è mai veramente uscito. Anzi, nel 1969, nel momento in cui divenne un musicista professionista uscì da quella casa ma per andare a Londra a vivere dalla sorella Gabrielle che è un’attrice. Ma anche questo suo passo immagino sia stato concordato con i genitori.
Non è una verità ma è la mia impressione: io credo che Nick Drake lo abbiano ammazzato la sua famiglia e la paura del fallimento. Anzi ascoltando le sue canzoni ne sono sempre più convinto. Sì perché la mamma di Nick era una brava pianista e componeva delle canzoni e la famiglia non faceva altro che esaltarne le doti. La sorella di Nick, Gabrielle era molto bella ed era un’attrice. Il padre un ingegnere di successo che permetteva a tutta la famiglia di vivere agiatamente. E Nick? Bravo, ma così strano e chiuso.
Nel 1972 Nick è depresso, solo e decide di registrare in poche ore un disco in piena solitudine, l’ultimo LP della sua vita “Pink Moon”. Stavolta fa tutto da solo insieme al tecnico del suono, si dice in una notte, in sei ore e senza dire nulla a nessuno. La mattina il disco fu appoggiato sulla scrivania del produttore. Ed è il terzo capolavoro, forse il disco che gli somiglia di più. Ormai Nick non parlava quasi più e i suoi testi si fanno ancora più ermetici, i paesaggi ancora più bucolici, le angosce quasi incomprensibili. Pink Moon è un altro insuccesso… non c’è due senza tre.
Nick torna in campagna, a casa di mamma e papà e due anni dopo muore nel suo letto senza che nessuno se ne accorga. La mamma andò ad aprire la porta della sua camera perché era quasi mezzogiorno, ma lui era morto, non stava dormendo.
Ecco stasera voglio anche io, nel mio piccolo, fare sapere a Nick Drake che io lo voglio capire, che io lo ascolto e non gli dico cosa è giusto e cosa è sbagliato. Voglio dirgli che mi interessa la sua natura e non quello che sarebbe potuto diventare, stasera siamo io e Nick a condividere le nostre solitudini, e a trarne il meglio mentre la luna si fa rosa.
NOTE: Sto ascoltando la raccolta “Fruit Tree – The Complete Recorded Works” che è bellissima che raccoglie tutti e tre i dischi di Nick Drake più le sue ultime quattro registrazioni che pare Nick abbia registrato a fatica in quanto incapace di cantare e suonare nello stesso tempo a causa della depressione.
Il cofanetto ha un libretto con foto rare e tutti i testi. L’edizione che ho tra le mani è la prima edizione italiana del 1979 e suona in maniera divina.
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